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Teoria del denaro (IV)

La moneta


In virtù della precedente esposizione dell'essenza e dell'origine del denaro, è evidente che, nelle usuali condizioni commerciali dei popoli civilizzati, i metalli nobili siano naturalmente divenuti il denaro economico. Ma il loro utilizzo a scopo di denaro è connesso ad alcuni inconvenienti che gli uomini economici fecero di tutto per eliminare. I principali inconvenienti che sorgono dall'impiego dei metalli nobili a scopo di denaro, consistono nella difficile determinazione della loro autenticità e del loro grado di purezza, e nella necessità di dividere materie dure in pezzi corrispondenti a tutte le transazioni che si effettuano, difficoltà che non si possono eliminare facilmente senza dispendio di tempo e sacrifici economici.


La verifica dell'autenticità dei metalli nobili, o del loro grado di purezza, esige l'uso di prodotti chimici e di prestazioni lavorative, perché soltanto gli specialisti possono eseguirla, e la divisione dei metalli duri nei pezzi di volta in volta necessari è un'operazione che, per la precisione con cui deve essere compiuta, esige non soltanto fatica, spreco di tempo e strumenti precisi, ma anche un'inevitabile perdita di metallo nobile (a causa delle scheggiature e delle ripetute fusioni). Una descrizione assai chiara delle difficoltà connesse all'impiego dei metalli nobili a scopo di denaro ci è offerto dal famoso Bastian, che fece molti viaggi in Indocina, nella sua opera sulla Birmania, paese in cui l'argento circola ancora non monetato.


"Quando si va al mercato in Birmania - racconta Bastian - ci si deve procurare un pezzo d'argento, un martello, uno scalpello e una bilancia con i relativi pesi. Quanto costano le pentole? Mi mostri il suo denaro, risponde il venditore, e stabilisce a vista il prezzo a questo o quel peso. Poi ci si fa dare dal venditore una piccola incudine e si martella il pezzo d'argento finché non si ritiene di aver trovato il peso giusto. Lo si pesa con la propria bilancia, perché di quella del mercante non c'è da fidarsi, e si aggiunge o si toglie finché il peso non è quello giusto. Naturalmente molti frammenti vanno perduti ed è sempre preferibile non comprare proprio la quantità desiderata, ma l'equivalente del pezzo d'argento che si è tagliato. Negli acquisti all'ingrosso, che vengono fatti soltanto con l'argento più puro, il processo è ancora più complicato perché bisogna prima chiamare, e pagare, un saggiatore per determinare esattamente la qualità dell'argento". Questa descrizione ci offre un chiaro quadro delle difficoltà cui era legato il commercio di tutti i popoli prima che essi imparassero a coniare i metalli, e l'eliminazione di queste difficoltà dovette sembrare tanto più desiderabile quanto più esse, col loro incessante ricorrere, furono sempre più avvertite da ogni singolo individuo economico.


La prima delle due difficoltà, ossia la determinazione del grado di finezza del metallo, sembra essere stata quella la cui eliminazione parve più importante agli uomini economici. Un sigillo impresso su una barra di metallo dall'autorità pubblica, o da una persona di provata fiducia, non garantiva il suo peso, ma garantiva sicuramente il suo grado di finezza, ed evitava al possessore di continuare a dover fornire la scomoda e costosa prova a tutte le persone che sapevano riconoscere la garanzia del sigillo. Certo, il metallo inciso doveva essere sì pesato come prima, ma la sua finezza non esigeva più alcuna indagine.


Nello steso tempo, in alcuni casi forse anche un po' più tardi, gli uomini economici sembrano aver avuto l'idea di indicare in modo simile anche il peso dei pezzi di metallo, e di dividere i metalli fin dall'inizio in pezzi di cui fossero indicati, in modo degno di fiducia, tanto la purezza quanto il peso. Ciò accadde naturalmente al meglio mediante la divisione del metallo nobile in piccoli pezzi, corrispondenti ai bisogni del traffico, e il contrassegno del metallo nobile fu compiuto in modo che non si potesse frodare nemmeno la più piccola parte del peso e del contenuto dei pezzi di metallo, senza che ciò venisse subito notato. Questo scopo si raggiunse per mezzo della coniazione del metallo, e sorsero così le nostre monete. Esse, dunque, per loro essenza non sono altro che pezzi di metalli il cui contenuto e il cui peso sono determinati in modo degno di fiducia e con un'esattezza sufficiente per gli scopi pratici della vita economica, e protetti dall'inganno nel modo più efficace possibile, una circostanza che rende possibile determinare le necessarie quantità di peso del metallo nobile mediante un semplice calcolo in tutte le transazioni e in modo attendibile, senza scomode prove, divisioni e pesature. Quindi, l'importanza economica della moneta sta nel fatto che essa (a prescindere dall'operazione meccanica della divisione del metallo nobile nelle quantità necessarie) ci risparmia nell'accettarla la verifica dell'autenticità, della finezza e del peso del metallo nobile, e nel cederla la prova di questi fattori, ed evita perciò molte scomode disposizioni preventive, legate a perdite di tempo e a sacrifici economici; e in conseguenza di questo fatto, l'esitabilità dei metalli nobili elevata per natura, diviene ancora maggiore.


Che la migliore garanzia per l'integrità del peso e la finezza delle monete possa venir offerta dall'autorità statale, perché essa è nota a chiunque e da chiunque riconosciuta, e perché nello stesso tempo essa ha il potere di prevenire e di punire i falsari è nella natura della cosa. I governi perlopiù si sono anche addossati il dovere di coniare le monete necessarie al traffico, ma hanno spesso tanto abusato della loro autorità che alla fine i soggetti economici quasi dimenticarono il fatto che una moneta non è altro che un pezzo di metallo nobile determinato dalla sua finezza e dal suo peso, per la cui finezza ed esattezza di peso garantisce la dignità e la legittimità di colui che la conia. Anzi, divenne persino dubbio se il denaro sia una merce, e alla fine lo si spiegò proprio come qualcosa di puramente immaginario e fondato sulla convenienza umana. Il fatto che i governi abbiamo trattato il denaro come se esso fosse effettivamente soltanto un prodotto dell'umana convenienza, e in particolare del loro arbitrio, ha pertanto non poco contribuito a favorire gli errori sull'essenza del denaro.


Le imperfezioni delle nostre monete consistono principalmente nel fatto che esse non possono essere fabbricate esattamente in base al loro peso, e nel fatto che raggiungere l'esattezza non è lo scopo delle zecche, per ragioni pratiche (a causa del costo di produzione). I difetti dai quali sono affette le monete quando escono dalla zecca si accrescono ulteriormente durante il periodo in cui sono in circolazione a causa dell'uso, così che sorge facilmente una sensibile differenza di peso fra le singole monete dello stesso corso.


Ovviamente, questi difetti si notano tanto più, quanto più sono piccole le quantità nelle quali viene suddiviso il metallo nobile. La coniazione in pezzi tanto piccoli quanto richiede il commercio al minuto comporterebbe le maggiori difficoltà tecniche, e anche se fosse eseguita con un'accuratezza inferiore, esigerebbe comunque sacrifici economici sproporzionati al corso delle monete. D'altro lato, è facilmente evidente a chiunque si intenda di commercio a quali difficoltà conduca la mancanza di piccole monete.


"Non esiste in Siam una moneta più piccola di due annas - racconta Bastian - e chi voleva comprare qualcosa al di sotto di questo prezzo doveva aspettare finché non sorgesse un nuovo bisogno che ne giustificasse la spesa, o doveva unirsi ad altri compratori e dividere con essi. Ci si poteva aiutare con tazze di riso, e a Socrata sembra che piccoli pezzi di ghi o di burro servano per cambiare". In Messico, Bastian ottenne, come moneta divisionaria, nelle città pezzi di sapone, e in campagna uova. Nell'alto Perù, gli indigeni sono soliti tener pronto un paniere nei cui piccoli scomparti sono contenuti aghi, gomitoli di cotone, candele di cera, e simili cose d'uso quotidiano, che essi offrono in cambio secondo l'importo delle monete divisionarie residuali. Nella Birmania settentrionale si usano per le più piccole spese, come frutta, sigari, etc., pezzi di piombo di cui ogni venditore ha vicino a sé una grande cassa piena, e che vengono pesati su una bilancia più massiccia di quella usata per l'argento. Nei villaggi in cui non si può prevedere di cambiare argento, per i piccoli acquisti bisogna farsi seguire da un servo con un sacco pieno di piombo.


Nella maggior parte degli stati civili si evitano le difficoltà tecniche ed economiche connesse alla coniatura dei metalli nobili in pezzi troppo leggeri, coniando le monete da un qualche metallo comune, perlopiù rame o bronzo. Poiché già per considerazioni di comodità nessuno converte, se non necessario, una gran parte della propria scorta di scambio in tale tipo di monete, esse hanno soltanto una posizione secondaria nel traffico, e possono essere coniate, senza danno, per maggiore comodità di colui che scambia a metà del peso giusto, o anche meno, a condizione soltanto che esse possano essere cambiate presso l'autorità che le ha emesse contro monete di metallo nobile, oppure che esse vengano spese in quantità così limitata che il traffico le possa contenere. Comunque, la prima via è la più corretta, ed è contemporaneamente la più sicura garanzia contro gli abusi dei governi nella loro vantaggiosa emissione di queste monete. Tali pezzi di denaro si chiamano "monete divisionarie", e il loro valore è compreso solo in parte in loro stesse, mentre per il resto deriva dal fatto che per un certo numero di esse si può cambiare una moneta più grande presso l'autorità che le ha coniate, oppure che con queste monete si possano sistemare le proprie obbligazioni verso l'autorità che le ha coniate, e quelle che si hanno verso altre persone, fino all'importo delle più piccole monete di peso giusto. Il pubblico sopporta in questo caso volentieri, per la maggiore comodità connessa alle più leggere monete di bronzo o di rame, questa piccola anomalia economica, perché l'utile della più facile trasportabilità e comodità di monete che non sono il cardine di importanti interessi economici, è molto più importante dell'integrità del peso. Similmente, in molti paesi vengono coniate monete più leggere persino d'argento, e senza svantaggio, in quanto si riferiscono a somme per le quali non si può produrre, per motivi tecnici ed economici, alcuna moneta di peso giusto adatta allo scopo.


Carl Menger, 1871

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